C’era una volta in Russia – Il Realismo socialista nella pittura sovietica
Quest’anno ricorre il centenario della Rivoluzione d’ottobre, un grande avvenimento che ha dato inizio ad un periodo storico, durato oltre 70 anni che, nei suoi aspetti positivi e negativi, ha influito sulla politica, sull’economia e sulla cultura del mondo. In occasione del centenario il MAAD ha organizzato un’originale mostra di pittura sul Realismo Socialista, movimento artistico che si è sviluppato nella Russia sovietica ma si è esteso ai paesi dell’Est, in Occidente e in Italia Un grande evento culturale per l’intera provincia e non solo. Una mostra per riflettere, per ricordare e per guardare oltre al ‘900. L’esposizione si articola in cinque sezioni: la Rivoluzione d’ottobre e la guerra civile, Lenin rappresentato in mezzo ai ragazzi e ai compagni di lotta, le organizzazioni giovanili e la scuola, scene di lavoro nell’industria e nelle campagne, la seconda guerra mondiale. Il realismo socialista è un movimento artistico e culturale nato nell’Unione Sovietica e formulato durante il Congresso degli Scrittori e degli Artisti Sovietici a Mosca nel 1934 ad opera di Maksim Gor’kij. L’espressione artistica doveva avvicinare alla cultura le classi popolari. Gli artisti erano chiamati ad esaltare gli eroi della rivoluzione e a sostenere gli ideali del comunismo, incitando alla condanna non solo dei nemici del socialismo, destinati alla sconfitta, ma anche di ogni forma di individualismo e di egoismo sociale. I temi ricorrenti, che ritroviamo nei dipinti della mostra, erano la lotta di classe, l’alleanza fra contadini e operai, la storia del movimento operaio, la vita quotidiana dei lavoratori. Stalin, per estendere il suo potere sulla cultura, utilizzandola come strumento di propaganda, pose fine alla libertà di espressione degli artisti e impose il ritorno a un realismo semplice comprensibile a tutti. In questo modo venivano censurate le tendenze più innovatrici e tendenti all’Astrattismo. Alcuni artisti emigrarono all’estero o finirono in prigione. Un esponente importante del realismo socialista fu Isaak Brodskij. Alcuni teorici del realismo socialista sono stati Anatolij Lunačarskij, Aleksandr Voronskij e Andrej Ždanov. Il comunismo e la sua rappresentazione artistica è qualcosa che anche in Italia ha avuto un grande seguito, basti pensare a Renato Guttuso, interpretando le aspirazioni sia delle masse contadine e operaie sia di artisti e intellettuali. Negli anni ottanta il realismo socialista in pittura, almeno in Unione Sovietica, può dirsi finito, come di lì a poco collasserà la più grande nazione socialista del mondo. I dipinti provengono dalla Collezione Vittorio Tomasin, che li ha gentilmente prestati ad Adria Cultura, l’associazione che cura gli eventi del museo MAAD. |